Come scegliere su cosa lavorare

Photo by Lizzi Sassman

Impegnarsi al massimo non basta, bisogna anche lavorare sui problemi giusti.

Ho un caro amico dei tempi dell’università. Chiamiamolo Stakhanov.

Stakhanov ha famiglia e vuole essere il miglior padre e marito possibile. Per questo motivo, Stakhanov si alza ogni mattina alle 5:30. Guida nel traffico per una settantina di kilometri per andare al lavoro, fa del suo meglio per 9 ore o più e torna a casa alle 20:30. Quando va bene.

Grazie ai suoi sforzi può dare alla sua famiglia tutto ciò che gli serve: una bella casa sul lago, un SUV nuovo in garage, due vacanze l’anno, le migliori scuole ed i vestiti più belli.

Tutto ciò che serve loro. Giusto?

Hai mai giocato alle prime annate di PES, Pro Evolution Soccer? Si, le ho prese le pastiglie, adesso capirai dove voglio arrivare: in PES ogni giocatore aveva un diagramma a radar che rappresentava le sue abilità. Come questo:

Potremmo definire un diagramma simile per un padre di famiglia? Certo che possiamo, anzi dobbiamo farlo per capire se stiamo facendo un buon lavoro.

Cosa dovrebbe fare un buon padre? Queste, secondo me, sono alcune delle abilità necessarie:

  • Presenza: Esserci per la famiglia. Ascoltare, spronare, motivare, sostenere, essere un punto di appoggio solido.
  • Sicurezza: Garantire tranquillità, finanziaria ma non solo. Assicurarsi che la famiglia si senta sicura ed a suo agio, ottimista sul futuro.
  • Gioia: Rendere belle le giornate dei famigliari, esserne partecipante attivo.
  • Risorse: Fornire alla famiglia le risorse materiali di cui ha bisogno per vivere bene.
  • Disciplina: Dare un buon esempio, definire regole sensate e farle rispettare, educare bene e preparare la prole ad una vita indipendente.

Sicuramente c’è altro ma per ora fermiamoci qui, a queste 5 abilità. Tanto vogliamo solo fare un esempio.

Stakhanov si spacca la schiena tutti i giorni, sacrifica la sua vita, fa del suo meglio. Che risultati ottiene nel grafico a radar delle abilità?

Nel calcio come in famiglia ci sono dei ruoli. Non è necessario essere capaci di fare tutto, ci si può dividere i compiti e specializzarsi su ciò che siamo più bravi a fare. Stakhanov eccelle nel procurare le risorse necessarie alla sua famiglia e quella parte del suo compito la assolve alla grande. Tuttavia lascia del tutto scoperti almeno 3 punti su 5:

  • Non è mai presente, vede la famiglia al weekend, tra una telefonata di lavoro e l’altra;
  • Garantisce solo una parziale sicurezza, in parte perché è fisicamente assente e in parte perché spende gran parte di quel che guadagna per dare comodità e lussi alla famiglia;
  • È molto stressato, che gioia può fornire?
  • Non contribuisce nel definire le regole famigliari e tanto meno nell’applicarle o dare l’esempio.

Sta facendo del suo meglio, ma non sta facendo un lavoro completo.

Ho un altro amico nello stesso gruppo, chiamiamolo Metrios. Anche lui è padre di famiglia, ma interpreta il suo ruolo in modo molto diverso: egli ritiene di dover fornire soprattutto amore e presenza, e si divide l’onere di procurare risorse finanziarie e beni di consumo con la moglie.

O forse è solo un paraculo. Può darsi.

Lavora anche lui, ma fa un lavoro più umile, per meno ore, con meno responsabilità e vicino casa. C’è sempre ai pasti della famiglia e nei fine settimana non lo chiama nessuno per lavoro. Accompagna spesso i figli a scuola ed agli allenamenti. È molto rilassato. Organizza gite e festicciole di continuo.

Il suo diagramma a radar è questo:

Molto equilibrato e molto ampio. Dove lui non arriva contribuisce la moglie, anche lei piuttosto equilibrata. Fanno del loro meglio e fanno un buon lavoro, poco da dire.

Il principio di Pareto

Prima di tirare le conclusioni mi tocca enunciare una famosa regola empirica, nota come Principio di Pareto:

Il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti.

Cioè: una parte minima dei nostri sforzi è responsabile del grosso dei risultati che otteniamo.

Facciamo alcuni esempi.

Salute: fare 30 minuti di attività fisica al giorno procura grandi benefici alla salute. Fare 3 ore di allenamento da professionista comporta benefici aggiuntivi marginali, sempre in termini di salute.

Finanze: tenere dei budget sensati, rispettarli ed investire i risparmi con criterio porta grandi benefici finanziari. Essere un esperto di bond ed avere un’asset allocation raffinatissima porta dei benefici marginali sui risultati finali, a parità di rischio.

Felicità: avere un buon equilibrio vita-lavoro ed un’adeguata flessibilità comporta dei grandi benefici per la felicità ed il benessere psico-fisico di una persona. Smettere di lavorare del tutto potrebbe portare blandi benefici aggiuntivi.

La morale è che gli sforzi base permettono di ottenere grandi risultati, mentre per arrivare al massimo delle prestazioni bisogna fare enormi sforzi e questi non portano benefici proporzionati.

Ci sarebbe anche la Legge dei rendimenti decrescenti che va nella stessa direzione: il beneficio di una unità aggiuntiva di sforzo in un ambito comporta benefici aggiuntivi di entità via via decrescente.

Ma sto aggiungendo troppa carne al fuoco.

Il succo è che è facile essere un buon padre / studente / dirigente / amante o quello che vuoi lavorando un poco su ognuno degli aspetti chiave di quel ruolo. È molto più difficile diventarlo essendo eccezionale ad uno solo di essi, trascurando gli altri.

Conclusioni

Possiamo sfruttare il principio di Pareto in ogni aspetto della nostra vita, ed in particolare per quelle missioni che riteniamo importanti.

Prima, però, dobbiamo capire quali sono gli aspetti sui quali dobbiamo lavorare, tutti gli aspetti e non solo quelli più evidenti.

Diventare un maestro in un’area richiede enormi sforzi e, molto spesso, ci porta a trascurare altre aree ugualmente importanti.

Fare bene in ogni area è, spesso, più facile rispetto al fare il meglio assoluto in una sola area.