L'autogol del taccagno

Photo by Joshua Hoehne

2 minuti

Categorie

Sono taccagno.

Ho un paio di scarpe da trekking da due soldi. Le ho acquistate in super sconto per 25€ per sostituire delle Salomon da 400€. Sono troppo voluminose, non particolarmente comode, mal rifinite. Funzionano. E basta.

Durante l’università avevo un laptop ciofeca. Era in sconto ed io avevo pochi soldi. Mi ha accompagnato per tutta la laurea, dandomi una marea di grattacapi. Mi ha portato al traguardo, poi è morto.

Sono taccagno dentro.

Parsimonioso, dico in giro. Fa meno brutto, ma taccagno è quello che sono in realtà. Mi piace risparmiare e di solito faccio bene a farlo. Ho evitato una lunghissima lista di fregature col mio metodo. Eppure, ci sono delle volte in cui il metodo fallisce.

L’autogol del taccagno, appunto.

Il costo di un acquisto errato

Quando compri qualcosa che non ti serve, hai buttato i tuoi soldi. Capita anche ai taccagni come me, siamo anche noi suscettibili alle fregature.

Il taccagno, però, è suscettibile anche ad un secondo tipo di errore: finanziare troppo poco quello che gli serve.

Prendi le mie scarpe. Le vecchie Salomon sono durate 10 anni. Le ho portate dappertutto ed ogni volta era una gioia averle ai piedi. Tenevano caldo il giusto in ogni stagione. Avvolgevano alla perfezione. Voluminose solo quanto indispensabile. Flessibili, ben aderenti al terreno.

Le usavo volentieri.

Ora guardo quelle nuove e quasi mi passa la voglia di andar per monti. Plasticotte. In effetti ci vado meno per monti. Meno monti, meno esercizio, meno benessere, meno tempra.

Cattivo affare.

E quel mio vecchio PC? Un catorcio. Ho passato più tempo a sistemarlo che a programmarci. Inaffidabile. Mi passava la voglia di fare qualsiasi progetto non indispensabile.

Appena finito l’università, l’ho rimpiazzato con una bestia da 2500€. Ho cominciato a fare un progetto dietro l’altro. Ho imparato, mi sono divertito, ho guadagnato.

Ho ancora quel computer, quello buono. Hanno dovuto regalarmelo, non lo avrei mai comprato da me, anche se valeva ogni centesimo. Taccagno fino in fondo.

Capisci il dramma? Il taccagno compra schifezze economiche quando gli servirebbe qualcosa di qualità. E poi persevera: non le rimpiazza anche se consapevole dell’errore. Si tiene il suo costo affondato facendo ancora più danni.

La soluzione

Ho una semplice euristica. L’ho appena inventata, quindi non è testata. Eccola:

Se quello che acquisti è propedeutico per migliorarti non taccagnare. Prendi quello che ti serve, full optional. In tutti gli altri casi, taccagna liberamente.

L’errore non è taccagnare. Spesso funziona bene.

Ha funzionato per l’automobile. Una panda del 2006 del valore di 2000€ scarsi che ci porta da A a B senza problemi, spendendo poco.

Ha funzionato per la casa. Un appartamento degli anni ‘80 in un paesino montano, ben soleggiato ma di certo non lussuoso.

Ha funzionato perché entrambe sono, per me, solo comodità. Non sarò più produttivo guidando un’Audi da 40000€. Non sarò più in forma abitando in una villetta da 300000€. Anzi, godendone mi indebolirei. Taccagnando ne sono uscito più forte, più competente, più scaltro.

E con più soldi in banca.

L’errore è stato taccagnare su qualcosa il cui uso mi migliora.

Delle buone scarpe per andare in montagna, allenarmi, sudare. Per stare in forma.

Un buon computer su cui studiare, smanettare, creare, imparare. Per crescere.

Applicare l’euristica mi costerà fatica, lo sento già adesso. Eppure mi pare proprio la cosa giusta da fare.

Ora devo solo convincermi ad acquistare qualche buon upgrade per la bicicletta.